Questa scelta conservativa ha comportato una disposizione degli ambienti irregolare, generando 104 camere tutte diverse l’una dall’altra, ognuna caratterizzata in modo unico dagli affacci, dalla distribuzione degli spazi e persino dall’altezza degli
ambienti. Inoltre, la scelta di unire i quattro edifici, lasciando la possibilità di accedervi da varie parti, ha conferito ai luoghi del Mandarin un ruolo di nodo e scambio all’interno del tessuto urbano storico, rendendolo esemplificativo dell’accoglienza della città. Il progetto di interior design è stato curato nel dettaglio dallo studio milanese, che ha proposto come filo conduttore di tutta la struttura l’uso sapiente del colore e di materiali naturali come il marmo, in una contaminazione di stili capace da un lato di creare un ambiente sofisticato e lussuoso e, dall’altro, di trasmettere un’atmosfera domestica.