Architettura e memoria: il segno della pandemia nell'era post Covid.

Come si sedimenterà nella nostra memoria collettiva l’esperienza della pandemia? Il nuovo numero di compasses raccoglie riflessioni e progetti di architettura sul tema della transizione e della memoria, indagando il rapporto di alcune opere di architettura con il paesaggio e la memoria dei luoghi che le ospitano.

Tempi di transizione e memorie in mutamento

In questi tempi di grandi trasformazioni e mutamenti, nell’anno in cui per la prima volta nella storia dell’umanità ci è negata la socialità del Natale, un intero numero dedicato al tema della memoria e della sua gestione ed elaborazione, attraverso progetti di architettura che, seppur distanti tra loro, hanno in comune l’agire su frammenti di memoria collettiva.

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Progetti da tutto il mondo

Essays

24 pagine di articoli scientifici, saggi critici, riflessioni e idee riguardanti il focus del numero

Architecture & Plan

Un totale di 8-10 disegni, sia architettonici che su scala urbana, di architetti internazionali

Materials & Interiors

La sezione dedicata all’interior design, ai nuovi materiali, alle nuove forme da cui trarre ispirazione

Fragmentos - Espacio de Arte y Memoria
Client - Museo Nacional de Colombia

Federico Calabrese

Dopo quattro anni di intensi e serrati colloqui svoltisi all’Avana, il 24 novembre del 2016 viene siglato a Bogotá. tra il governo colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – le FARC – lo storico accordo di pace, dopo 52 anni di conflitto armato.

L’accordo di pace prevede la creazione di tre monumenti alla memoria delle vittime, in tre luoghi diversi: l’Avana, la sede dell’ONU a New York e uno in territorio colombiano. Attraverso un concorso pubblico la realizzazione del monumento di Bogotà viene affidata alla scultrice colombiana Doris Salcedo, che si avvale, come per altre sue opere, della collaborazione dell’architetto bogotano Carlos Granada. Viene scelto un luogo centrale a pochi passi dalla residenza presidenziale del Palazzo del Nariño e dal popolare e oggi marginale quartiere di Los Cruces. Doris Salcedo realizza quello che lei stessa chiama un contro-monumento, usando le 37 tonnellate di armi deposte dai 13.000 ex-combattenti del conflitto armato colombiano. Il contro-monumento della Salcedo, che si intitola Fragmentos, si oppone all’idea di glorificare la violenza e monumentalizzare il passato bellico di una nazione.

Dopo un ingresso scoperto si accede al primo patio-giardino, all’atrio e alla prima sala. Da questo punto, una rampa ascendente che accompagna la topografia del sito porta alla sala polivalente. Le due prime sale sono completamente trasparenti e, allo stesso tempo, possono trasformarsi in spazi chiusi grazie a un sistema di tende a scomparsa. Alla fine del corridoio si accede alla terza sala di dimensioni maggiori che riceve un’illuminazione zenitale indiretta

Fragmentos - Espacio de Arte y Memoria Client - Museo Nacional de Colombia​

Federico Calabrese

Dopo quattro anni di intensi e serrati colloqui svoltisi all’Avana, il 24 novembre del 2016 viene siglato a Bogot. tra il governo colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – le FARC – lo storico accordo di pace, dopo 52 anni di conflitto armato.

L’accordo di pace prevede la creazione di tre monumenti alla memoria delle vittime, in tre luoghi diversi: l’Avana, la sede dell’ONU a New York e uno in territorio colombiano. Attraverso un concorso pubblico la realizzazione del monumento di Bogotà viene affidata alla scultrice colombiana Doris Salcedo, che si avvale, come per altre sue opere, della collaborazione dell’architetto bogotano Carlos Granada. Viene scelto un luogo centrale a pochi passi dalla residenza presidenziale del Palazzo del Nariño e dal popolare e oggi marginale quartiere di Los Cruces. Doris Salcedo realizza quello che lei stessa chiama un contro-monumento, usando le 37 tonnellate di armi deposte dai 13.000 ex-combattenti del conflitto armato colombiano. Il contro-monumento della Salcedo, che si intitola Fragmentos, si oppone all’idea di glorificare la violenza e monumentalizzare il passato bellico di una nazione.

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